giovedì 17 aprile 2008

Election day, pastorizia day

E così siamo di nuovo al punto di partenza, lì fermi al palo con il semaforo verde e con tutti gli altri che ci suonano chiamandoci imbranati. Domenica potevamo uscire e rivedere le stelle, come dice il filosofo e padre del vichingo, e invece abbiamo preferito continuare a guardare il mondo dalle fessure della tapparella, avvolti e coccolati dall'infame coperta delle nostre paure. Ancora battuti dai creatori dei nostri mulini a vento, derisi, e giustamente umiliati dal resto d'Europa. Berlusconi ha di nuovo dimostrato di essere un genio mediatico, ha detto quello che il 40% delle persone volevano sentirsi dire, è la percentuale di stupidi coscienziosi d'Italia. Quanto alla Lega, è lo specchio della sincera ignoranza dell'8% del Bel Paese. E da noi le percentuali sono pure peggiori.
Come mi è capitato più volte di dire, siamo un popolo di pecore, e per conseguenza sono i pecorai quelli che servono per guidare il gregge, mi scuso con coloro che esercitano la vera e rispettabile professione di pastore per l'offesa arrecata loro.
Io decisamente non mi sento una pecora, e meno ancora un pastore (anche perché sarei accostato ai suddetti pecorai), quindi me ne voglio andare da qui prima possibile, perché ho finito la scorta di qualunque cosa possa aiutarmi ad accettare, sopportare e giustificare una così grossa fetta di elettorato. Grillo ha sbagliato tutto, perché non ha capito che vaffanculo va detto a quelli che votano Lega e PdL prima che ai politici. Ma forse era troppo difficile, perciò lo dico io in questo piccolo articolo.

1 commento:

pereni ha detto...

Ho letto parecchia amarezza in queste righe...